Risonanza magnetica funzionale di progressione della malattia nel Parkinson e nelle sindromi parkinsoniane atipiche


Sono stati esaminati i cambiamenti longitudinali dell’attività cerebrale nei pazienti con malattia di Parkinson, atrofia multisistemica, e paralisi sopranucleare progressiva, utilizzando la risonanza magnetica funzionale ( fMRI ) basata su task ( stimoli ).

In totale 112 individui sono stati esaminati a 1 anno di distanza durante l'esecuzione di un compito di presa con una sola mano: 46 con Parkinson, 13 con atrofia multisistemica, 19 con paralisi sopranucleare progressiva e 34 controlli sani.

La misura di esito era il cambiamento di segnale percentuale nelle regioni prespecificati di interesse: putamen, corteccia motoria primaria ( M1 ), area motoria supplementare e regioni motorie superiori del cervelletto ( lobuli V-VI ).

I pazienti con malattia di Parkinson hanno mostrato un calo dell'attività funzionale nel corso di 1 anno in putamen e corteccia motoria primaria rispetto ai controlli.

I cambiamenti dopo 1 anno nella atrofia multisistemica sono stati esclusivamente extrastriatali, e comprendevano una riduzione della attività funzionale in corteccia motoria primaria, area motoria supplementare e cervelletto superiore.

Nella paralisi sopranucleare progressiva, tutte le regioni di interesse sono risultate meno attive a 1 anno rispetto al basale.

L'attività funzionale di queste regioni non è cambiata nel gruppo di controllo.

In conclusione, sono state fornite prove utilizzando la MRI funzionale per il deterioramento funzionale delle regioni corticali e delle strutture striatali nella malattia di Parkinson nel corso di un periodo di 1 anno di tempo.
I risultati hanno anche descritto pattern più diffusi e unici di cambiamento funzionale nella atrofia multisistemica e nella paralisi sopranucleare progressiva, rispetto alla malattia di Parkinson, indicando tassi distinti di progressione della malattia nei disturbi parkinsoniani che possono aiutare in futuri studi clinici a testare la potenziale efficacia delle terapie modificanti la malattia. ( Xagena2016 )

Burciu RG et al, Neurology 2016; 87: 709-717

Neuro2016



Indietro

Altri articoli

Il neuroprotettore Nerinetide si è dimostrato promettente nel ridurre i volumi dell'infarto nei modelli di riperfusione ischemica dei primati. Si...


L'imaging a risonanza magnetica ( MRI ) offre molteplici vantaggi teorici nel contesto della radioterapia corporea stereotassica ( SBRT )...


Dati prospettici hanno suggerito una superiorità della risonanza magnetica intraoperatoria ( iMRI ) rispetto all'Acido 5-aminolevulinico ( 5-ALA; Gliolan )...


Gli eventi avversi immuno-correlati ( irAE ) derivanti dalla terapia antitumorale con inibitore del checkpoint immunitario ( ICI ) possono...


È stata valutata la prevalenza di lesioni cerebrali ischemiche rilevate mediante risonanza magnetica e la loro associazione con la funzione...


Lo screening per il cancro alla prostata è gravato da un alto tasso di sovradiagnosi. L'algoritmo più appropriato per lo...


La malattia renale cronica ( CKD ) è un fattore di rischio per il declino cognitivo, ma l'evidenza è limitata...


Gli uomini con tumore alla prostata di grado 2 o 3 sono spesso considerati non-idonei per la sorveglianza attiva; alcuni...



L'ablazione della fibrillazione atriale persistente rimane una sfida. La fibrosi atriale sinistra svolge un ruolo importante nella fisiopatologia della fibrillazione...